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martedì 19 gennaio 2010

L. Lessing - Cultura Libera

Nei prossimi dieci anni assisteremo a un'esplosione di tecnologie digitali, le quali consentiranno quasi a chiunque di catturare e condividere materiali. Il che, ovviamente, è ciò che gli esseri umani hanno fatto fin dall'alba dell'umanità. È questo il modo in cui impariamo e comunichiamo. Ma catturare e condividere tramite la tecnologia digitale è diverso. La fedeltà e la potenza sono differenti. Potremo inviare un messaggio di posta elettronica per raccontare una barzelletta vista su Comedy Central, oppure spedire la sequenza video. Potremo scrivere un saggio sull'incoerenza delle argomentazioni dei politici che apprezziamo o detestiamo, oppure realizzare un breve filmato che ne metta a confronto le affermazioni. Potremo scrivere una poesia per esprimere il nostro amore, o mettere insieme alcune canzoni del nostro artista favorito formando un collage che renderemo disponibile in Rete.

Questo “catturare e condividere” digitale è in parte un'estensione dell'analoga pratica che ha fatto sempre parte integrante della cultura, e in parte qualcosa di nuovo. Continua la tradizione della Kodak, ma fa esplodere i limiti delle tecnologie del tipo Kodak. La tecnologia del “catturare e condividere” digitale promette una creatività straordinariamente variegata che si può condividere in maniera ampia e semplice. E, applicando tale creatività alla democrazia, consentirà a una vasta gamma di cittadini di usare la tecnologia per esprimersi, criticare la cultura che li circonda e contribuirvi.

La tecnologia così ci ha dato la possibilità di fare, con la cultura, cose che in precedenza erno possibili soltanto a individui appartenenti a piccoli gruppi, isolati dagli altri. Pensiamo a un anziano che racconta una storia ad alcuni vicini in una piccola città. Immaginiamo ora la stessa storia raccontata a tutto il mondo.

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